I cristiani ortodossi in festa per il Natale

2017-01-11 14:19:37
Il sei gennaio 2017 le campane di Betlemme hanno suonato a festa e la piazza della Mangiatoia si è riempita di cristiani ortodossi di vari riti provenienti da tutta la Cisgiordania. È tempo del Natale. Come da tradizione dozzine di gruppi scout hanno accolto, insieme alle autorità civili e a numerosi religiosi, i capi delle varie confessioni, per il loro ingresso solenne nella città dove il primo Natale, 2000 anni fa, ha rivoluzionato le sorti del mondo. RIMA BAQLEH Gerusalemme “La città della pace è la città del Signore Gesù e questa è una cosa molto significativa nella nostra vita, perché non è solo un’evento, ma l’evento più importante al mondo”. MOUSA QUMSIEH Beit Sahour “Ci auguriamo che questo sia un anno di pace e di sicurezza”. ASHRAF ROUMI Betlemme “È da cinque anni che faccio Babbo Natale durante le celebrazioni dei Latini e degli Ortodossi, sempre qui davanti all’albergo della piazza della Natività, per portare gioia ai bambini”. A inaugurare la giornata, il Vicario patriarcale siriaco-ortodosso, Mar Swerios Malki Murad, seguito dal vicario della chiesa copta, Anba Antonius, al suo primo Natale dopo la nomina a Vescovo dei Copti Ortodossi a Gerusalemme e in Medio Oriente. L’ultimo ingresso della mattinata è stato quello di Teofilo III, patriarca greco ortodosso della Città Santa. TALA HAKOURA Gaza “Ci sono grandi differenze fra i festeggiamenti a Gaza e quelli a Betlemme. Lì noi andiamo solo in chiesa a pregare e poi torniamo a casa, ma qui vediamo la gente far festa in strada e gli scout... a Gaza non ci sono scout”. Anche se con toni più dimessi, altri cristiani ortodossi, nel frattempo, celebravano lo stesso Natale, pochi chilometri più a sud, all’interno della Striscia. Il vescovo Alexius, metropolita della comunità greca, ha presieduto la Santa Messa nella chiesa di San Porfirio, nel quartiere Zeitoun. KAMEL AYAD Responsabile Pubbliche Relazioni Chiesa Ortodossa “Il mio messaggio in questo anno nuovo e in questa festa, la festa della nascita di Nostro Signore Gesù, è un messaggio di amore e di pace. Mi auguro che questa sia una festa per i giovani, per metterli in condizione di vivere in patria e per far sì che non emigrino all’estero”. Il Natale cade, secondo il calendario orientale giuliano, a meno di due settimane di distanza da quello cattolico. Gli ultimi a festeggiare saranno gli armeni, il 19 gennaio. Pochi giorni di differenza che, nel corso della storia, hanno portato a volte divergenze e problematicità, ma che, anno dopo anno, lasciano il passo al desiderio di una più profonda unità, come è emerso in occasione dei tradizionali auguri presso il patriarcato greco ortodosso. S.B. TEOFILO III Patriarca Greco Ortodosso di Gerusalemme Oggi è un imperativo cercare di fare del nostro meglio per sostenere in ogni modo le nostre comunità cristiane a restare qui e per confortarle. Questo non è profondamente importante solo per la Terra Santa o per la città santa di Gerusalemme, ma lo è per tutto il Medio Oriente.

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