Verso il Natale: conoscere Betlemme per amarLo di più!

2024-12-02 15:01:29
Don CARLO GIUSEPPE ADESSO Diocesi di San Marino-Montefeltro - docente di storia della Chiesa Benvenuti cari fratelli e sorelle in questa bellissima, grandissima piazza che ci accoglie nella città di Betlemme. Questa piazza è il cuore di Betlemme, una località tanto cara a tutti noi, una località che già nel suo nome, Betlemme, racchiude tutto quello che visiteremo e diremo in questo speciale. Betlemme è una parola che può avere tre diverse interpretazioni a seconda dell'etimologia. C'è un'etimologia, una spiegazione che io chiamo arcaica, da un'antica divinità cananea, quindi precedente alla storia di Israele, e il nome della città significa casa della battaglia. E se ci pensate qui si è combattuta la grande battaglia tra le tenebre e la luce, come dice l'evangelista Giovanni. C'è una seconda etimologia, quella più famosa dall'ebraico Betlemme, che significa casa del pane, e qui San Girolamo, che conosceremo e incontreremo nel corso del nostro viaggio, ha salutato Betlemme con queste parole: “Ave Betlemme, città del pane, dove è nato colui che è il pane del cielo”. Ma c'è anche una terza etimologia, che a me piace molto, dall'arabo. Betlemme significa casa della carne. E anche questo è molto bello, se ci pensate, perché qui il verbo di Dio ha assunto la nostra carne mortale, è nato dalla Vergine Maria e ha condiviso in tutto, eccetto il peccato, la nostra condizione umana. Questa grande piazza ci introduce nella basilica con il più piccolo portale al mondo. La più piccola porta la vedete alle mie spalle, un pertugio alto solo 130 centimetri. Generalmente si chiama la porta dell'umiltà. Certamente si può fare una lettura spirituale di questa porta, ma in verità quella porta, così piccola, dice anche di tutta la storia, di tutta la difficoltà che questo luogo e quella porta, così piccola, testimoniano. Per entrare nella basilica bisogna inchinarsi e noi ci inchineremo per intraprendere questo lungo viaggio alla scoperta non solo dei luoghi ma soprattutto della processione quotidiana che si svolge all'interno dei luoghi santi che hanno visto la nascita del Cristo, l'adorazione dei magi, il presepe e così via. La facciata di questa basilica è come una pergamena, una pergamena che parla. Nella parte alta vedete il portale mastodontico che introduceva all'antica basilica, quella fatta costruire da Santa Elena tra il 326 e il 333 e poi ampliata dall'imperatore Giustiniano due secoli dopo. Scendendo vedete un secondo portale, lo riconosciamo facilmente da questa specie di arco appuntito, si chiama arco a sesto acuto, quello è il portale della basilica crociata, in ricordo anche dei re crociati di Gerusalemme, ad esempio Baldovino I e Baldovino II, che in questa basilica all'alba del 1100 si sono fatti incoronare, qui non a Gerusalemme, per rispetto del re dei re, nostro Signore che a Gerusalemme era morto. E poi scendendo vedete quella che io chiamo la “porta francescana”, la porta dell'umiltà, questo pertugio di 130 centimetri, ne abbiamo notizia verso la fine del XVI secolo ed evidentemente non per motivi spirituali, questo ingresso è stato ribassato, ma perché all'epoca con la conquista ottomana c'era il rischio che i musulmani entrassero in chiesa con delle bestie da soma… E i francescani per evitare la profanazione della chiesa hanno abbassato al massimo l'ingresso. Ovviamente c'è anche un profilo spirituale, l'umiltà che serve per accostarsi al mistero della nascita del Cristo e ora con grande umiltà e gioia noi entriamo per scoprire qualcosa di questo grandissimo mistero. IN GRAFICO Prossimo capitolo: “L’importanza di Betlemme per la Chiesa Universale” .

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