Al Getsemani tornano alla luce un mikveh dell’epoca di Gesù e una chiesa bizantina

2020-12-22 16:38:31
Ciò che rende tale il Getsemani - come spiega il significato ebraico del nome – è il fatto che in quest’area ai piedi del monte degli Ulivi si produceva olio, anche ai tempi di Gesù. Nella zona non era però stata mai trovata alcuna testimonianza archeologica dell’epoca che lo confermasse. Fino a quando, nelle scorse settimane, durante i lavori di realizzazione di un tunnel di collegamento tra la Basilica dell’Agonia e la Valle del Cedron sottostante ci si è trovati di fronte ad una sorpresa: un mikveh, un bagno rituale ebraico di 2000 anni fa. AMIT RE’EM Archeologo Israel Antiquities Authorities Vedete l’apertura? Porta ad una scala che scende fino all’acqua. Ci si doveva purificare in strutture di questo tipo prima di fare l’olio o il vino. Per la prima volta abbiamo una chiara evidenza archeologica che qui c’era qualcosa al tempo di Gesù. Non solo qualcosa, ma qualcosa di legato agli ulivi, alla produzione dell’olio, e questo è proprio il significato dell’antico nome di questo luogo, “Getsemani”. Quindi tutto torna, è fantastico, e noi siamo molto emozionati. Fr. FRANCESCO PATTON, ofm Custode di Terra Santa L’archeologia in questo caso è una conferma di ciò che la tradizione ha trasmesso a partire dal testo biblico. E quando noi abbiamo questi tre elementi – testo biblico, tradizione e archeologia – possiamo dire che abbiamo degli elementi di sufficiente certezza per identificare il posto. Ma nella Valle del Cedron gli scavi archeologici – portati avanti da Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme e Autorità Israeliana per le Antichità, e illustrati nel corso di una conferenza stampa moderata da Fr. Rosario Pierri, decano dello Studium - hanno riportato alla luce anche un altro tesoro, nascosto dai diversi strati della storia: una chiesa bizantina, i resti medievali di un monastero o casa di accoglienza per pellegrini insieme ad alcune cisterne per la raccolta dell’acqua, infine i segni della distruzione del sito, nel XII secolo. Fr. EUGENIO ALLIATA, ofm Archeologo Studium Biblicum Franciscanum Gerusalemme Nel pavimento della chiesa ad un certo punto è stata aggiunta una nuova iscrizione, che parla dell’offerta di un fedele amico di Cristo in memoria di una persona deceduta ispirandosi al sacrificio di Abramo, chiedendo cioè che il proprio sacrificio fosse accettato da Dio come quello di Abramo. Certamente anche dopo la prima conquista araba i cristiani hanno continuato ad usare la chiesa, rimessa in ordine, e a venire a Gerusalemme per molto tempo, anzi molti cristiani hanno abitato a Gerusalemme per lunghi secoli. Grazie al nuovo tunnel i pellegrini – quando torneranno – attraverso un unico percorso potranno visitare diversi luoghi ai piedi del monte degli Ulivi, ed ammirare le ultime scoperte. Fr. FRANCESCO PATTON, ofm Custode di Terra Santa Il progetto è quello di costruire degli ambienti che siano anche a servizio dei pellegrini, compresa qualche cappella. Naturalmente tutte le costruzioni rispetteranno i ritrovamenti archeologici.

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