P. NIKODEMUS SCHNABEL, osb
Vicario per i migranti e i richiedenti asilo – Patriarcato latino di Gerusalemme
“Cos’è Gerusalemme? È Chiesa locale e universale, e l’una ha bisogno dell’altra”.
P. Nikodemus Schnabel è stato nominato un anno fa a occuparsi di migranti e richiedenti asilo come vicario patriarcale.
P. NIKODEMUS SCHNABEL, osb
Vicario per i migranti e i richiedenti asilo – Patriarcato latino di Gerusalemme
“Non mi sarei mai immaginato questa intensità! Stiamo parlando di tantissimi fratelli e sorelle che vivono ai margini, invisibili, da tanti paesi e riti diversi”.
Il mondo dei migranti cattolici è spesso nascosto. P. Nikodemus ci guida alla scoperta di questa realtà ricca di umanità e di sfide.
P. NIKODEMUS SCHNABEL, osb
Vicario per i migranti e i richiedenti asilo – Patriarcato latino di Gerusalemme
“Se parliamo di numeri, si dice che siano circa 80.000 persone, io dico almeno 100 mila. Non vivono nei luoghi in cui di solito vivono i cristiani, ma sono sparsi in tutto il Paese”.
P. NIKODEMUS SCHNABEL, osb
Vicario per i migranti e i richiedenti asilo – Patriarcato latino di Gerusalemme
“Le sfide sono molte e diverse. Per esempio, nella cappellania indiana ci sono varie comunità. Gli indiani Kolkani vivono molto fuori casa e hanno una grande flessibilità oraria, mentre gli indiani Malayalam stanno in famiglia e hanno orari molto rigidi”.
Un altro problema è quello della precarietà, legato soprattutto alla durata di visti e permessi di soggiorno. In media ogni cinque anni cambia gran parte della comunità cristiana dei migranti.
P. NIKODEMUS SCHNABEL, osb
Vicario per i migranti e i richiedenti asilo – Patriarcato latino di Gerusalemme
“Sono qui per i residenti non permanenti. Sono qui per dar loro una casa lontana dalla loro casa. Un’altra vocazione che ho è quella di creare un luogo sicuro. La Chiesa deve essere un luogo sicuro, soprattutto per queste persone che qui non sono a casa e ogni giorno sentono di non essere le benvenute: questa è la vostra casa, qui siete benvenuti. È bene che tu sia mia sorella, mio fratello, perché abbiamo lo stesso Battesimo”.
Non solo casa, ma anche palestre, parchi, capannoni: sono tutti luoghi in cui le comunità dei migranti sparse per la Terra Santa si riuniscono per celebrare insieme, a volte il martedì alle 10 di sera, a volte il sabato a mezzogiorno…
P. NIKODEMUS SCHNABEL, osb
Vicario per i migranti e i richiedenti asilo – Patriarcato latino di Gerusalemme
“Cerchiamo di far arrivare la vita della Chiesa a queste persone. Ma soprattutto c’è bisogno che noi stessi andiamo a incontrare la nostra gente: abbiamo circa 40 posti in cui celebriamo la Messa, da Kyriat Shmona, al nord, a Eilat, a Sud”.
Secondo recenti statistiche, i migranti sono circa il 45 per cento dei fedeli cattolici in Terra Santa. Sono sicuramente il presente di questa Chiesa, uno dei suoi volti, ma possono essere anche il futuro?
P. NIKODEMUS SCHNABEL, osb
Vicario per i migranti e i richiedenti asilo – Patriarcato latino di Gerusalemme
“Sono sicuro che i numeri aumenteranno, perché Israele fa sempre nuovi accordi con diversi Paesi, ha bisogno di sempre più persone nel settore del caregiving, dell’agricoltura e delle costruzioni. Ma non credo che i migranti siano il futuro prossimo della Chiesa di Terra Santa. Saranno una realtà permanente, ma di fatto sono persone che stanno 5 anni, 10 anni, forse 20…”
La responsabilità che P. Nikodemus ha ricevuto non è semplice, ma ha già arricchito la sua fede e anche la sua vocazione di monaco benedettino:
P. NIKODEMUS SCHNABEL, osb
Vicario per i migranti e i richiedenti asilo – Patriarcato latino di Gerusalemme
“Non è tipico dei monaci fare questo tipo di lavoro, ma nella nostra tradizione abbiamo diversi modi di essere monaci. Quello che sto facendo è vivere la via ‘pastorale’ di essere monaco, e penso che vada bene così!”
Il Messaggio di Natale del Custode di Terra Santa, Fr. Francesco Patton; la preghiera per la pace a Roma; il nuovo libro sulla storia delle origini del cristianesimo ed infine la festa ebraica di Hannukah.
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L'11 dicembre, Piazza Santa Maria in Trastevere a Roma si è illuminata con candele della Fede e della Speranza durante una preghiera dedicata alla pace nel mondo, presieduta dal Cardinale Matteo Zuppi, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, insieme al Vicario della Custodia di Terra Santa, Fr. Ibrahim Faltas.
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