Un pasto caldo, un rifugio contro il freddo, una comunità per sostenere la speranza. Fin dalla prima ora, dopo il devastante terremoto che ha colpito il sud della Turchia e il Nord della Siria nella notte tra il 5 e il 6 febbraio, la Chiesa ha aperto le sue porte a chi in un attimo ha visto crollare tutto. Fr. BAHJAT KARAKACH, ofm Parroco latino di Aleppo “Ci siamo svegliati verso le 4 per una forte scossa di terremoto. Siamo scesi giù. Molta la gente è scappata dalle case, scappata al buio, perché non c’è corrente elettrica. Noi qui abbiamo accolto la gente in chiesa fino al mattino; abbiamo celebrato la Messa e abbiamo aperto la sala per accogliere la gente e dare da mangiare”. In Siria, i frati della Custodia di Terra Santa sono presenti con diversi conventi. Oltre che a Damasco e ad Aleppo, anche a Lattakiah, e nei villaggi di Yakoubieh, Knayeh - dove si sono registrati i danni più gravi. 
Fr. FRANCESCO PATTON, ofm Custode di Terra Santa “Il compito dei nostri frati non è solo di tipo materiale ma anche umano e spirituale. Stanno cercando di fare il possibile per sostenere il morale delle persone. Loro stessi in qualche momento si sentono impotenti, però è la forza della fede e il desiderio di donarsi, che fa parte della nostra vita a sostenere loro e attraverso di loro, la gente”. La parrocchia latina di Aleppo ha subito alcuni danni, il campanile della chiesa ha perso alcune pietre ma i francescani si sono attivati subito per offrire solidarietà a chi fuggiva sotto la pioggia e al freddo, qualcuno ancora in pigiama. La mensa della parrocchia, che serviva già circa 1.200 pasti al giorno ai più poveri, oggi ne serve circa 4.000. Una realtà gestita grazie al sostegno di Associazione Pro Terra Sancta, che sostiene molte realtà della Custodia, e che ha lanciato una raccolta fondi per l’emergenza: GIACOMO PIZZI Associazione Pro Terra Sancta “Questa notte abbiamo ospitato 500 persone. Continuiamo la prima emergenza, quindi la distribuzione di pasti. Continuiamo con numeri raddoppiati rispetto a ieri, siamo a 3-4 mila pasti distribuiti”. La comunità di Aleppo ha ricevuto la visita del cardinale Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria, che ha voluto portare un messaggio di solidarietà e anche esprimere la vicinanza del Papa. “Sarà un test di umanità e saremo giudicati di fronte alla storia” ha detto il cardinale, invitando la comunità internazionale a “superare gli interessi politici”. UOMO IT
Fr. FRANCESCO PATTON, ofm Custode di Terra Santa “Credo che a livello internazionale dovrebbe prevalere un senso di umanità e la comunità internazionale stessa dovrebbe avere non il coraggio, ma l’intelligenza di togliere o almeno di sospendere le sanzioni e favorire qualsiasi tipo di aiuto verso la Siria”. Fuori si continua a scavare giorno e notte sotto i cumuli di macerie nella speranza, sempre più esigua, di trovare superstiti. Ogni persona estratta viva è motivo di gioia. Ad Aleppo, l’ospedale cattolico St. Louis, una delle strutture coinvolte nel progetto “Ospedali aperti” di Avsi, accoglie numerosi feriti. Suor Arcangela è in Siria da oltre 50 anni. E descrive una situazione sempre più disastrosa: Sr. ARCANGELA ORSETTI Responsabile St. Louis Hospital “Abbiamo avuto anche noi molta paura, siamo saltate dal letto per correre nel cortile dell’ospedale. Abbiamo accolto i primi feriti che arrivavano in emergenza e lì abbiamo saputo cosa era successo in città. Purtroppo ci sono tantissimi morti e feriti e tanti rifugiati. Questa è la vita. Siamo qui come presenza per poter alleviare la sofferenza, per poter incoraggiare, per dare speranza a coloro che la stanno perdendo a causa della situazione che stiamo vivendo”. Read More