Processione delle Palme da Betfage a Gerusalemme

2024-03-24 19:01:26
Il patriarca di Gerusalemme dei Latini si riunisce con il suo popolo nel santuario di Betfage, benedice gli ulivi e i rami di palma. Una festa unica per questa città, nella quale si è compiuto il mistero pasquale di Gesù. In quest’anno così difficile per i cristiani di Terra Santa, è fisso lo sguardo su colui che ha vinto il mondo: Cristo, desiderio nascosto di tutte le nazioni che qui a Gerusalemme, oggi, sono tutte rappresentante da una moltitudine di cristiani provenienti da ogni parte del mondo. Nonostante alle comunità cattoliche palestinesi e della Cisgiordania non sia stato permesso partecipare, il segno della presenza cristiana di Gerusalemme è forte. Nei canti, nelle danze, nella preghiera che ognuno esprime con il suo stile e il suo carisma, la presenza cristiana è presenza di Cristo Risorto: solo a lui spetta l’ultima parola sulla storia e sulle vicende umane. Fra FRANCESCO PATTON, ofm Custode di Terra Santa Quello che noi abbiamo visto in questo pomeriggio, in questa processione da Betfagé fino a Gerusalemme è stato il camminare della Chiesa, vuol dire che tutti i cristiani del mondo sentono che sono figli di questa chiesa. C'è un Salmo che dice “tutti là sono nati” e fa riferimento a Gerusalemme. E in questo momento, direi, noi sappiamo che la Chiesa di Gerusalemme ha bisogno che i cristiani di tutto il mondo vengano qui come pellegrini, per esprimere una concreta comunione con quella Chiesa che è la loro madre e che è in un momento di sofferenza. Cattolici, ma insieme a loro anglicani e protestanti, e in comunione spirituale con gli ortodossi che oggi celebrano la festa dell’ortodossia, scendono insieme come fratelli dal Monte degli ulivi, e arrivano a porta dei Leoni. Lì la processione si ferma, nel convento di Sant’Anna, e sua Beatitudine il cardinal Pierbattista Pizzaballa, pronuncia un’omelia che è come l’annuncio degli apostoli: Non abbiate paura, lo dico ai fratelli a Gaza, coraggiosi fratelli nostri, non vi lasceremo mai, non abbiate paura. Lo dico ai pellegrini, che sono parte dell’identità di Gerusalemme, non abbiate paura. S.B. Card. PIERBATTISTA PIZZABALLA Patriarca di Gerusalemme dei Latini Non so se il mondo avrà il coraggio di guardare sempre alla croce di Cristo. Per molti la croce non dice molto. Però posso dire che c'è un dolore che chiude, ma c'è anche un dolore che può aprire. Ecco, bisogna lavorare perché questo dolore apra a nuovi incontri, nuove prospettive. Nonostante tutto quello che il sepolcro rappresenta, il sepolcro chiuso rappresenta, dobbiamo ricordarci che la Pasqua è una pietra ribaltata. La pietra tiene la morte chiusa dentro però è stata ribaltata dalla vittoria di Cristo, dall'amore di Cristo che ha sconfitto tutto ciò che è ombra di morte. Dobbiamo ricordarcelo. La croce di Cristo – con la quale il Patriarca benedice il popolo – è la vittoria di Dio sul mondo. Fra FRANCESCO PATTON, ofm Custode di Terra Santa Partecipare al mistero Pasquale e partecipare alla resurrezione di Gesù non vuol dire essere rianimati come dopo un comma, ma vuol dire attraversare l'esperienza della morte ed entrare con la nostra umanità insieme con Cristo Risorto nella vita stessa di Dio.

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