Il Giardino del Getsemani è composto da otto ulivi secolari situato ai piedi del Monte degli Ulivi.
Secondo gli Evangelisti Matteo e Marco, questo è il luogo dove Gesù è stato tradito da Giuda ed arrestato mentre pregava con i suoi Discepoli, dopo l’Ultima Cena.
Oggi, con il termine Getsemani si indicano tre luoghi, custoditi dai francescani, che commemorano l’agonia e l’arresto di Gesù nella notte in cui fu tradito: la Grotta del Getsemani, l’orto degli Ulivi e la Basilica delle Nazioni. Già alla fine del III secolo, il Getsemani era considerato luogo di preghiera dai cristiani.
Con Fr. Eugenio Alliata, archeologo dello Studium Biblicum Franciscanum, faremo un pellegrinaggio alle origini di questo santuario.
Fr. EUGENIO ALLIATA, ofm
Archeologo Studium Biblicum Franciscanum
"I francescani insieme con gli altri pellegrini, conducendoli, venivano al Getsemani, e dove si fermavano? In un piccolo orto contenente degli antichissimi ulivi, detti “gli ulivi dei romani”.
Questi ulivi appartenevano a dei proprietari musulmani di Gerusalemme. Furono dei mercanti della Bosnia che comprarono nel XVII secolo il terreno e fecero un dono votivo alla religione cristiana. E cosí il luogo fu cintato con un muro e divenne esclusivamente un luogo di preghiera.
Fr. EUGENIO ALLIATA, ofm
Archeologo Studium Biblicum Franciscanum
"Successivamente la Custodia volle ingrandire questo terreno con gli ulivi, e comprò un terreno attiguo, in direzione sud. In questo c’erano anche alcuni ulivi abbastanza antichi che potevano essere utilizzati come luogo per la preghiera. Ma fu proprio in questo luogo che vennero alla luce i resti delle antiche chiese."
Durante i lavori di scavo, venne alla luce una chiesa del tempo dei crociati. Si potevano vedere delle belle mura e venne anche identificata una pietra che serviva da memoria per i pellegrini.
Fr. EUGENIO ALLIATA, ofm
Archeologo Studium Biblicum Franciscanum
"La chiesa è menzionata nelle fonti, nelle storie antiche dei pellegrini, come la “chiesa dell’orazione”, perché l’attenzione della chiesa è su quella preghiera che Gesù ha fatto al Getsemani: “Padre, se possibile passi da me questo calice. Però non la mia ma la tua volontà sia fatta”. Questo è il centro del messaggio del luogo, la preghiera di Gesù."
L’intenzione era quella di costruire una bella chiesa, nuova, al posto di quella distrutta del tempo dei crociati, e per questo furono fatti diversi progetti.
Fr. EUGENIO ALLIATA, ofm
Archeologo Studium Biblicum Franciscanum
"E cominciarono subito i lavori, ma mentre scavavano le fondamenta di questa nuova chiesa, ecco apparire mosaici bellissimi a colori, resti di una chiesa ancora più antica. Allora la decisione fu presa di rifar nascere la chiesa più antica, che è di epoca bizantina, del IV secolo, ed è già menzionata dalla celebre pellegrina Egeria. Questi mosaici ritrovati hanno proprio dato l’idea dell’eleganza di questa chiesa."
E come sottolinea Fr. Alliata i mosaici moderni sono stati realizzati molto bene e conservano l’eleganza della chiesa antica fino ad oggi.
L'attuale Basilica fu costruita tra il 1922 e il 1924. Per la sua costruzione, diverse nazioni hanno collaborato con grandi donazioni, motivo per cui è chiamata anche la Basilica delle Nazioni. Fu all´ architetto Barluzzi, al quale fu affidato il compito di progettare la nuova chiesa. Chi trasse i frutti dei lavori di Barluzzi fu Fr. Gaudenzio Orfali.
Fr. EUGENIO ALLIATA, ofm
Archeologo Studium Biblicum Franciscanum
"Ecco questa è la roccia centrale della Basilica e secondo l’usanza cristiana, al centro, davanti all’altare, c’è elemento più caratteristico, più interessante per la storia del Santuario. In questo caso gli elementi più caratteristici sono costituiti dalle rocce: la roccia che sta al centro della Basilica è quella che attira i pellegrini che vengono a venerarla, non per sé stessa, ma per Colui che ha pregato su di essa."
Un mosaico raffigura il tradimento di Giuda, la roccia del tradimento, mentre il mosaico che sta sull’altro lato raffigura la scena della cattura di Gesù, che viene preso dai soldati, anche in questo caso sopra una roccia. Quindi e’ la roccia della preghiera, del tradimento, della cattura di Gesù.
Sul tetto gli ottoni dei paesi che hanno collaborato alla costruzione della Basilica. Ma anche una curiosità che è il ritratto di Barluzzi.
Dal 2012 al mese di novembre del 2013 la Basilica ha subito una lunga ristrutturazione. Il progetto: “Getsemani: conservare il passato e formare il futuro” ha visto il restauro dei preziosi mosaici.
Nel 2020, durante i lavori di realizzazione di un tunnel di collegamento tra la Basilica dell’Agonia e la Valle del Cedron sottostante ci si è trovati di fronte ad una sorpresa: un mikveh, un bagno rituale ebraico di 2000 anni fa.
Gli scavi archeologici, portati avanti da Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme e Autorità Israeliana per le Antichità, hanno riportato alla luce anche una chiesa bizantina, i resti medievali di un monastero o casa di accoglienza per pellegrini insieme ad alcune cisterne per la raccolta dell’acqua.
Fr. FRANCESCO PATTON, ofm
Custode di Terra Santa
"L’archeologia in questo caso è una conferma di ciò che la tradizione ha trasmesso a partire dal testo biblico. E quando noi abbiamo questi tre elementi – testo biblico, tradizione e archeologia – possiamo dire che abbiamo degli elementi di sufficiente certezza per identificare il posto."
Anche gli Ulivi del Getsemani sono stati sottoposti ad analisi da parte di esperti di biologia e fisiologia vegetale delle Università italiane e del Consiglio Nazionale delle Ricerche, su richiesta della Custodia di Terra Santa.
Lo studio ha dimostrato che i loro tronchi e rami hanno circa 900 anni, rendendoli cosi tra gli ulivi più antichi conosciuti. Ma non solo. Gli ulivi appartengono a un’unica varieta’ originale e hanno anche tutti lo stesso DNA, il che significa che sono stati propagati per talea di una pianta madre.
Pellegrini eccezzionali in Terra Santa sono stati anche i Pontefici, che hanno venerato la pietra dell’ Agonia di Gesù ma anche piantato nel Giardino Sacro, un´albero di ulivo. Come fece Papa Paolo VI in pellegrinaggio nel 1964 e Papa Francesco nel 2014
Per ogni cristiano, questi ulivi costituiscono un riferimento vivente alla Passione di Cristo.
Fr. BENITO JOSÉ CHOQUE, ofm
Guardiano della Basilica del Getsemani
"In questo pellegrinaggio quaresimale 2021, baciando la roccia dell’agonia del Signore, chiediamo vita e riconciliazione per tutti, specialmente in questo tempo di pandemia, dove la gente soffre."
Ed è da questo luogo che parte la processione verso la Basilica, meta della seconda pellegrinazione di Quaresima. La s.messa è stata presieduta da Fr. Donaciano Paredes Rivera e concelebrata dai frati della Custodia insieme a sacerdoti di altre congregazioni religiose.
L ´attenzione è rivolta alla preghiera di Gesù prima del suo arresto. Dopo aver richiamato un altro momento di dialogo con il Padre, in occasione della Trasfigurazione sul Monte Tabor, “E’ il momento di un’altra rivelazione – spiega nella sua omelia Padre Łukas Popko - , non nella luce ma nella notte. Un episodio che rivela che la comunione di Gesù con il Padre è ancora più profonda”.
“Tutte le nostre preghiere e liturgie si riducono a questo “sia fatta la tua volontà”, ovvero “mi rimetto alle tue mani”, - ha poi osservato Padre Popko ricordando le parole pronunciate da Gesù sulla pietra dell’Agonia – Ma quella che osserviamo qui – ha concluso - non è la solitudine di Gesù, è la comunione con il Padre”.
Nelle parole di Fr. Massimo Fusarelli, Ministro Generale dell'Ordine dei Frati Minori e Fr. Francesco Patton, Custode di Terra Santa, le sfide della missione in Siria. Una comunità segnata dalla guerra e dall'ultimo terremoto.
Il dono della vita eterna: A Gerusalemme, la celebrazione della Festa di San Francesco. Con il viaggio missionario di S. Francesco, i Frati Minori sono da 800 anni in Medio Oriente.
125 giovani hanno partecipato alla IX Marcia Francescana in Siria. Con il titolo "La tua parola è nel mio cuore", i giovani siriano hanno ricercato la parola di Dio per farne “luce” che guida la loro vita.
La Terra Sancta School di Nazareth ha sofferto di mancanza di risorse e strutture adeguate per facilitare il processo educativo degli studenti della città di Bashar. I frati francescani hanno deciso di creare un piano globale per far sì che la scuola possa risorgere e stare al passo con le esigenze dell'era educativa.