Al Getsemani dopo l’atto vandalico: “Il perdono non è un’alternativa alla giustizia”

2020-12-07 13:19:02
Nella Basilica del Getsemani domenica 6 dicembre la comunità cristiana di Gerusalemme si è riunita per la celebrazione della Messa in riparazione dell'atto di vandalismo avvenuto due giorni prima, quando un ebreo nazionalista di 49 anni ha cercato di dare fuoco alla basilica. La celebrazione è stata presieduta da S.B. Mons. Pierbattista Pizzaballa, nuovo patriarca latino di Gerusalemme, insieme a Fr. Francesco Patton, Custode di Terra Santa, a Mons. Giacinto Marcuzzo e a Fr. Dobromir Jasztal, vicario custodiale. Presenti anche S.E. Mons. Leopoldo Girelli, Delegato Apostolico per Gerusalemme e una trentina di sacerdoti. La celebrazione è iniziata con una preghiera penitenziale davanti alla porta di ingresso. Poi Mons. Pizzaballa ha attraversato e benedetto la basilica, in particolare le panche di legno ancora annerite. S.B. Mons. PIERBATTISTA PIZZABALLA, ofm Patriarca di Gerusalemme dei Latini Purtroppo non è una novità. Nel passato, sia al Getsemani che in altri luoghi, ci sono già stati episodi simili, alcuni anche più gravi. Questo ci dice da un lato che c’è ancora molta strada da fare nell’ambito del rispetto reciproco, dall’altro che è vero che noi cristiani parliamo di perdono, ma il perdono non è un’alternativa alla giustizia: bisogna che queste cose siano stigmatizzate e che diventino un’occasione per parlarne e imparare cosa non fare. Il fumo e le fiamme si erano sprigionate nel pomeriggio di venerdí 4 dicembre: dopo il primo intervento da parte degli operai che lavorano nel santuario vigili del fuoco e polizia sono arrivati sul posto, e l’autore del gesto è stato immediatamente arrestato. Fr. BENITO JOSÉ CHOQUE, ofm Guardiano della Basilica del Getsemani "E’ entrato in chiesa con una bottiglia d’acqua – o almeno questo pensavano gli operai -, e invece era benzina. Ha acceso il fuoco e lo ha sparso da questo punto dove ci troviamo fino all’altare. Ha rovinato tutti i banchi della parte destra della Basilica e anche il pavimento." Fr. FRANCESCO PATTON, ofm Custode di Terra Santa "I nostri sentimenti sono chiaramente sentimenti di dispiacere, di tristezza, perché è sempre triste quando si manca di rispetto ad un luogo di preghiera, indipendentemente dalla religione a cui appartiene. Al tempo stesso i nostri sentimenti sono sentimenti cristiani: ma bisogna distinguere tra quello che è un perdono che si accorda sul piano religioso e morale e quella che è una richiesta di giustizia, che serve proprio per tutelare le persone, i luoghi, ed evitare che in futuro si ripetano atti del genere." “Tuttavia - ha aggiunto il Custode di Terra Santa - molte persone ci vogliono bene, e anche molti israeliani ci sono accanto in questo momento”. Una vicinanza ben visibile dai mazzi di fiori inviati da alcuni gruppi di ebrei locali, deposti sulla pietra dell’Agonia durante la celebrazione. SHARON REGEV "Questo gesto va contro i nostri valori e le nostre tradizioni condivise di convivenza pacifica e di rispetto di tutte le fedi. Sono venuta qui per esprimere davvero la mia solidarietà, e per dire che questo non è solo un attacco ad un luogo santo cristiano, questo è un attacco contro la democrazia israeliana. Noi rispettiamo i luoghi santi di tutti, e specialmente ora che si avvicinano le feste di Hannuka e di Natale, e mentre ci troviamo ancora all’interno della pandemia di Coronavirus che ci ha fatto capire che dobbiamo restare uniti, questo messaggio di amore e di pace è cruciale, è molto importante." Fr. BENITO JOSÉ CHOQUE, ofm Guardiano della Basilica del Getsemani "Non è mancata la solidarietà di tante persone da tutto il mondo: cristiani e non cristiani, musulmani, ortodossi…veramente ci siamo sentiti molto consolati e accompagnati da tantissima gente. Per questo da questo luogo santo eleviamo la nostra preghiera al Signore e chiediamo il dono della pace."

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