Dialogo con Fr. Francesco Patton - La malattia nella vita di San Francesco e nelle Fonti Francescane

2020-10-02 16:42:00
Quando parliamo di San Francesco si pensa immediatamente al Cantico delle creature, la massima espressione di lode e gratitudine al Creatore. La vita del Santo d’ Assisi, conosciuto e amato in tutto il mondo, è stata però segnata anche dalla sofferenza nel proprio corpo. “La malattia nella vita di San Francesco e nelle Fonti Francescani” è il tema, oggi molto attuale, su cui riflette Fr. Francesco Patton, Custode di Terra Santa. Fr. FRANCESCO PATTON, ofm Custode di Terra Santa "Nel 1202 quando Assisi aveva voluto combattere contro Perugia, Francesco, era stato catturato dopo la prima e unica battaglia e per un anno era rimasto nelle prigioni perugine. Durante quell’anno Francesco contrae alcune malattie che lo accompagneranno per tutta la vita. Probabilmente, già all’ora, contrae una forma di malaria che poi diventerà cronica. Sappiamo anche che quando parte per il secondo tentativo di diventare cavaliere, quando parte per la Puglia, a Spoleto, dovette fermarsi perché febbricitante, probabilmente un ritorno della febbre malarica. Durante questo momento in cui lui ha la febbre, sente la voce del Signore, che gli dice di tornare ad Assisi, che gli dice se è meglio servire il servo o il Signore, e lui torna. (3Comp 6: FF 1401)." “Fu proprio durante quella malattia che in Francesco cominciò a manifestarsi un mutamento interiore. La tradizione delle Fonti Francescane pone come punto di riferimento nella conversione definitiva, il suo incontro con il lebbroso.” Fr. FRANCESCO PATTON, ofm Custode di Terra Santa "Negli anni successivi, più o meno nel 1206, avviene questo incontro con il lebbroso; è l’incontro che lo segna. Non è solo l’incontro con il lebbroso ma è l’incontro con i lebbrosi: nel testamento lui ricorda che quando era ancora nei vizi e nei peccati, dice” mi sembrava cosa troppo amara anche solo vedere i lebbrosi, pero il Signore mi condusse in mezzo a loro, li trattai con misericordia; e quello che era dolce divenne amaro, e quello che era amaro divenne dolce.” Fr. FRANCESCO PATTON, ofm Custode di Terra Santa "L’ esperienza dell’incontro con la persona gravemente malata per Francesco diventa l’esperienza del superamento delle proprie paure che erano sostanzialmente, la paura del contagio, un po’ come succede oggi che a causa del virus, le persone stanno distanti le uni dalle altre. Di fatto in quel periodo sente questa voce interiore che gli diceva “finche’ non avrai vinto il tuo egoismo, finche’ non avrai smesso di adorare te stesso non potrai comprendere il senso della tua vita.” Possiamo dire che attraverso questo incontro inziale con gli ammalti, Francesco scopre una dimensione nuova della vita e di fatto scopre la sua vocazione." I biografi di San Francesco sono espliciti nel parlare delle sue malattie. Fr. FRANCESCO PATTON, ofm Custode di Terra Santa "Dicono che aveva malattie allo stomaco, fegato e milza. Ed erano malattie probabilmente legate anche a questa malaria cronica che lui aveva, e in parte legate alla vita di penitenza che lui faceva; i tanti digiuni che faceva. Verso la fine della vita probabilmente la malattia allo stomaco, che forse era una forma di ulcera, diventerà anche una forma tumorale." Le Fonti Francescane parlano anche di un’altra malattia che è quella che il Poverello d’Assisi contrae nel suo viaggio in Terra Santa, tra il 1219 e il 1220. Fr. FRANCESCO PATTON, ofm Custode di Terra Santa "È una forma di malattia agli occhi che praticamente gli impedisce persino, ad un certo punto di tenere gli occhi aperti. Una forma di congiuntivite che era tipica del mondo mediorientale, e questa congiuntivite in Francesco provoca due cose: una lacrimazione continua e l’intolleranza alla luce fino alla quasi incapacità di vedere al punto che, raccontano le biografie, per lui viene prearato un cappuccio che ha una specie di maschera che copre gli occhi proprio per evitare il contatto con la luce. Pensiamo a cosa voglia dire questo per Francesco che amava veder la bellezza di tutte le creature e del creato, e attraverso la bellezza delle creature e del creato, risalire alla bellezza e alla bontà di Dio. Quindi deve essere stata una grande sofferenza per lui; e questa malattia, ovviamente, lo accompagna, negli ultimi 6 anni di vita e per questa malattia su pressione sia del Papa sia di Frate Elia, tenta anche varie soluzioni mediche, varie operazioni. Una delle più affascianti è questa operazione che deve fare a Rieti presso questo chirurgo, probabilmente un chirurgo della corte papale, che tenta di cauterizzare, di bruciare i condotti lacrimali e qualche parte, nervo." Fr. FRANCESCO PATTON, ofm Custode di Terra Santa "È commovente il colloquio tra San Francesco e il fuoco; Francesco che parla con il fuoco considerandolo non una creatura inanimata, ma animata e gli dice: “guarda ho sempre avuto un grande rispetto per te, ti ho sempre voluto bene, per favore non farmi troppo male, durante questa operazione.” Fr. FRANCESCO PATTON, ofm Custode di Terra Santa "Di fatto, per un periodo, probabilmente, riacquista anche la capacità di vedere, e dopo ovviamente le malattie prendono il sopravvento, e negli ultimi due anni, alle sofferenze delle malattie fisiche, si aggiungono anche le sofferenze legate alle stimmate, a portare nella propria carne i segni della crocifissione del Signore Gesù, a questi chiodi che si formavano nelle mani e nei piedi e il costato che sanguina, che emette costantemente sangue." Terza considerazione sulle stimmate: sono dei capitoli che si trovano in fondo ai fioretti di San Francesco. Viene riportata una preghiera molto bella, di San Francesco, che si dice, sia la preghiera che lui fa proprio la notte in cui riceve il dono delle stimmate, all’approssimarsi della Festa dell’Esaltazione della Santa Croce. In questa preghiera, Francesco chiede di poter sperimentare nella propria carne, per quanto sia umanamente possibile, la sofferenza terribile che Cristo ha sperimentato nell’ora della Passione ma poi aggiunge che, chiede di sperimentare per quanto è possibile l’amore eccessivo - nell’italiano di allora – cioè esagerato enorme, straordinario - che ha portato il Cristo a sopportare tutta questa sofferenza per la nostra salvezza; quindi Francesco non cerca e non chiede la sofferenza per la sofferenza, ma cerca e chiede l’amore. Fr. FRANCESCO PATTON, ofm Custode di Terra Santa "Alla fine, Francesco, rende l’anima a Dio in un contesto in cui il suo corpo era stato lungamente provato e lui alla fine arriverà anche a chiedere scusa al suo stesso corpo, dicendo: “frate asino ti chiedo perdono – chiamava il corpo frate asino - se ti ho maltratto”. Alla fine si riconcilia con sé stesso, con la propria corporeità, prima di riconsegnarsi a Dio, nudo, sulla nuda terra; nudo come era nato, per andare incontro a questa nuova nascita che è l’incontro con Dio, l’entrare nella vita eterna." Fr. FRANCESCO PATTON, ofm Custode di Terra Santa "San Francesco ha delle parole molto belle, nella Regola non bollata, dove dedica un capitolo anche ai frati infermi. In questo capitolo dice delle cose che vale anche la pena leggere: “se qualcuno dei frati cadrà malato, ovunque si trovi, gli altri frati non lo lascino senza aver prima incaricato un frate o più di uno se sarà necessario, che lo servano come vorrebbero essere serviti sé stessi.” E dalla Terra Santa, incessanti sono le preghiere della Comunità francescana. Fr. FRANCESCO PATTON, ofm Custode di Terra Santa "Quotidianamente noi preghiamo per la cessazione della Pandemia, preghiamo per gli ammalati; preghiamo per coloro che assistono gli ammalati e preghiamo anche per le autorità, sia religiose che civili, che si trovano a dover fare sempre delle scelte difficili. Non c’è solo la preghiera, proprio ispirandoci a San Francesco, l’invito agli ammalati è a vivere la propria malattia con fiducia sempre. Anche se questa malattia dovesse avere un esito terminale, come dicevo prima, mettiamo la nostra vita nelle mani del Padre." Fr. FRANCESCO PATTON, ofm Custode di Terra Santa "Sicuramente la nostra preghiera è quotidiana ed è per tutti : per gli ammalati, il personale sanitario, per quelli che hanno responsabilità decisionali e penso che la Benedizione più bella sia quella tratta dal Libro dei Numeri, che è la Benedizione che usava San Francesco : il Signore Vi benedica, Vi custodisca , Vi mostri il suo volto e abbia misericordia di Voi; rivolga su di Voi il suo sguardo e Vi doni la pace." Per le opere utilizzate nel video si ringraziano: Piero Casentini, Clarisse del Monastero SS. Annunziata di Terni, Frati Minori Francescani Provincia San Bonaventura - Greccio (Rieti) e Frascati (Roma), Provincia Serafica di San Francesco dei Frati Minori di Umbria-Sardegna Assisi (Perugia), Archivio fotografico del Sacro Convento di S. Francesco in Assisi, Confraternita dell’Immacolata Concezione di Anacapri (Napoli), Doni Ferrari.

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